lunedì 15 maggio 2017



UNA NUOVA SUPERNOVA DI TIPO Ia NELLA COSTELLAZIONE DEL LUPO

Esistono diverse classi di stelle "nuove", che fin dai primordi dell'astronomia, apparivano come nuovi oggetti luminosi in angoli di cielo dove prima non era che il buio, e alcune sono state descritte con una certa accuratezza da quegli studiosi che furono i primi ad osservare i fenomeni del cosmo con sistematicità e grande dedizione. Da allora, molti sono stati i progressi dell'astronomia nella conoscenza di quelle che sono note come supernovae, grandiosi eventi che si identificano con le squassanti esplosioni di stelle giunte al termine della loro vita evolutiva, che rilasciano tanta energia e radiazioni da rivaleggiare con le galassie che le ospitano. Gli studi sulle sigle e le nomenclature si sono evolute nel corso di decenni, parallelamente agli studi sulle supernovae. Nel 1940, Rudolph Minkowski scoprì una supernova che era molto diversa dalla ventina di casi già noti. In particolare, era inusuale la sua curva di luce (il grafico che rappresenta l’evoluzione della luminosità in funzione del tempo) e nello spettro comparivano ben evidenti le righe dell’idrogeno. Quest’ultima osservazione di per sé non avrebbe dovuto destare sorpresa, poiché l’idrogeno è l’elemento più abbondante dell’Universo e il componente principale di tutte le stelle. Semmai, gli astronomi erano rimasti meravigliati di non averne mai trovato traccia negli spettri delle supernovae precedenti. L’osservazione di Minkowski rivelava che le supernovae non costituivano una famiglia omogenea. Si rese perciò necessario ordinarle, sostanzialmente, in due classi:

SN Tipo I: senza righe dell’idrogeno;
SN Tipo II: con righe dell’idrogeno.

Progetti di ricerca sollecitati soprattutto da Fritz Zwicky portarono alla scoperta di vari altri tipi di supernova e, inevitabilmente, non appena emersero le differenze, alla definizione di sottoclassi specifiche:

SN Tipo Ia: nessuna riga dell’idrogeno, presenza del silicio;
SN Tipo Ib: nessuna riga dell’idrogeno, forte presenza dell’elio;
SN Tipo Ic: nessuna riga dell’idrogeno e nemmeno dell’elio, deboli righe
del silicio.
 

Riguardo all'origine delle supernovae, la questione è, per certi versi, ancora piuttosto controversa, non fosse altro che, sebbene gli astronomi hanno compreso molte caratteristiche legate ai meccanismi che generano le esplosioni di stelle, diversi sono gli esempi di dati osservativi e simulazioni che non si adattano ai modelli teorici standard, prevedendo correzioni significative al nostro attuale livello di conoscenza. Uno degli esempi che citiamo riguarda la sottoclasse di supernovae di Tipo Ia. Verosimilmente,  le supernovae di Tipo Ia sono associate a popolazioni stellari relativamente vecchie. Esse sono il risultato delle esplosioni termonucleari di nane bianche. Questo meccanismo spiega l’assenza di righe dell’idrogeno nello spettro, visto che una nana bianca è composta essenzialmente di carbonio e di ossigeno. Le nane bianche sono il frutto dell’evoluzione di stelle di piccola massa, come il nostro Sole, e perciò sono relativamente abbondanti in galassie di ogni tipo. Ecco perché troviamo le supernovae di Tipo Ia un po’ dovunque. Sul meccanismo che le origina il dibattito tra gli studiosi è ancora vivace, ed è slegato dalle caratteristiche rilevanti che le SN Tipo Ia assumono negli studi di cosmologia osservativa, dove sappiamo essere le famose "candele standard" delle profondità del cosmo. Sulla rivista divulgativa SKY & Telescope di Luglio 2017 [1] è apparsa la notizia di una delle ultime apparizioni di quella che sembra proprio essere una SN Tipo Ia, nella galassia NGC 5643, visibile nella costellazione del Lupo, e distante circa 55 milioni di anni luce dalla Terra. Gli autori della scoperta della stella "nuova" è il gruppo di astronomi guidati da Leonardo Tartaglia dell'Università della California a Davis (USA). La supernova, denominata SN2017cdv [vedi immagine del post, ndr], sembra sia un esempio classico di detonazione che ha squassato una stella degenere nana bianca. La scoperta è parte di una campagna di osservazioni su una regione di cielo entro una distanza di 40 Megaparsec, circa 130 milioni di anni luce, tesa ad individuare stelle entro una magnitudo 19. 


Bibliografia.

[1]  Bob King, Supernova Erupts in Lupus, SKY & Telescope  vol. 134, n. 1, Luglio 2017, pag. 11.


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